Giulia (non troppo) Super Diesel
Nel lontano 1976 viene lanciata sul mercato una versione a gasolio dell’Alfa Romeo Giulia, che per l’occasione era equipaggiata con un motore Perkins di derivazione navale. Purtroppo però, il progetto non è andato a gonfie vele come ci si aspettava.
Un cenno storico del modello tanto amato dagli appassionati
Undici lustri ci separano dall’ultimo aggiornamento della Giulia Super del 1974, per poi veder lanciare due anni dopo la sua prima versione a gasolio. Negli anni ’70 le vetture alimentate a diesel non erano ancora facili da trovare come oggi, ma, dato il costatante aumento del prezzo della benzina stavano diventando sempre più ricercate soprattutto da coloro che erano soliti percorrere lunghe distanze e macinare kilometri.
In questo periodo storico il mercato era dominato da marchi come Mercede, Opel e Peugeot. La direzione Alfa Romeo però volle a tutti i costi ritagliarsi una fetta di mercato nel segmento delle auto a gasolio, malgrado il fatto che la casa milanese in quegli anni non aveva ancora dei veri e propri motori diesel, se non dei motori Perkins che venivano montati nei veicoli commerciali F11 e F12. Gli stessi vennero poi adattati e montati sulle vetture e, da quello che ricordano le persone che hanno sentito in funzione il motore, il rumore era simile a quello di un trattore.
Il motore
Il motore montato sulla Giulia del 1976, come già detto, è di derivazione Perkins, nota azienda inglese specializzata nella produzione di motori diesel destinati a molteplici mercati. In particolare modo il motore della Giulia Diesel era di derivazione navale e sviluppava una potenza di 55CV a 3.800 giri/min. Il motore era un 1760cm³ composto da 4 cilindri in linea a iniezione indiretta con pompa rotativa CAV-Rotodiesel. Il motore era poco diverso da quello impiegato nei veicoli commerciali del marchio, infatti le modifiche riguardavano la coppa dell’olio e l’impianto di raffreddamento.
Una delle caratteristiche di questo modello era la necessità aspettare che le candelette si preriscaldassero prima dell’avviamento, mentre per spegnere il motore, bisognava utilizzare una manopola situata sotto l’alloggiamento per la chiave di accensione.
Da sottolineare sono assolutamente le prestazioni meno brillanti rispetto alla sorella a benzina, infatti la Giulia Super Diesel registrava una velocità di punta di 138km/h dichiarati dalla casa e una accelerazione non molto ben vista dai clienti Alfa Romeo, i quali si sono sempre differenziati perche alla ricerca di una nota sportiva nelle loro auto. Strabilianti per l’epoca sono i consumi: “la Giulia a gasolio si rivela piuttosto parca ed economica. A 120 km/h si fanno 12,5 km con un litro, a 80 km/h ben 18,86 km con un litro e in città circa 11 km/litro” questi secondo le stime riportate in un articolo della famosa rivista RUOTECLASSICHE.
Bella, ma non abbastanza
Una chicca della Super Diesel era data dai pannelli fonoassorbenti utilizzati per ridurre i disturbi dati dal motore (particolarmente rumoroso ai bassi regimi) e dai fruscii di aria durante la marcia. Questi pannelli però avevano un grande difetto: il peso. L’anteriore della vettura però non soffriva solo del peso di questi pannelli, ma anche del peso del motore diesel che sviluppava un aumento di carico di oltre 80kg.
Purtroppo però altri difetti pratici non hanno permesso il suo successo, come per esempio le sedute e l’abitabilità posteriori non particolarmente comoda.
La vettura veniva presentata ad un prezzo di 5.600.000 ₤ che poteva però superare i 6.000.000 ₤ andando ad equipaggiarla con vari accessori tra cui il volante in legno e il lunotto termico.
La produzione venne interrotta solo dopo due anni dando alla luce poco più di 6500 esemplari, questo potrebbe portare a pensare che, data la tiratura limitata, la Giulia Super Diesel sia super ricercata da appassionati e collezionisti; purtroppo però non è così, infatti, si possono trovare esemplari tra i 5.000€ e i 10.000€ in base alle condizioni.