Uno strano esperimento finito male
Un tentativo di fusione franco-italiano caduto nel dimenticatoio
Non tutti sanno che….
Detta così sembra il titolo di una rubrica della settimana enigmistica che sfogliavamo distrattamente sotto un ombrellone al mare. Venivano narrate cose assurde, strane e a volte ci si chiedeva quale fosse la mente contorta che aveva il coraggio di scriverle.
Ebbene non tutti sanno, visto che siamo in era di alleanza automobilistiche Francia-Italia, che ci furono altri tentativi di “fusionare” le tradizioni automobilistiche transalpine.
Un esempio degno di nota fu il tentativo di fusione tra Alfa Romeo e Renault che portò alla produzione nello stabilimento del Portello di Milano della famosa Dauphine francese che, in Italia, diventò la Alfa Romeo Ondine. Stessa identica vettura ma marchiata Alfa Romeo.
Nacque quindi questa figlia di nessuno che gli esperti ricordano come:
“un accordo era volto alla commercializzazione della vettura in un Paese come l’Italia, in cui le vetture provenienti dall’estero erano gravate da pesanti dazi doganali che ne rendevano non concorrenziale la vendita rispetto ad altre vetture della stessa fascia di mercato. L’assemblaggio fu avviato a giugno del 1959 presso lo stabilimento del Portello accanto alle linee di montaggio della Giulietta”.
Non sapremo mai quali furono le basi di questo accordo, ma si può immaginare che Alfa Romeo volesse posizionarsi anche verso il basso per contenere il dilagare delle Torinesi nel segmento utilitarie.
Il brutto anatroccolo rimase in produzione fino a Ottobre 1964 dopo ben quasi 74.000 unità prodotte.
Bene, ma non benissimo
Nelle mie visite “culturali” dai miei amici demolitori ne ho trovata una, alcune settimane fa, che mestamente attende di essere riportata in auge.
Valore? Forse il vero valore è la stranezza di un marchio glorioso come quello italiano su una piccola utilitaria francese.
Peccato che non fosse stata fatta una Ondine Gordini con marchio Alfa Romeo. Allora li, sì, che sarebbe stata tutta un’altra storia!!
