Rombanti o comiche, a tutto gas sul set
Le auto non sono soltanto un mezzo di trasporto, ma hanno accompagnato tutta la cultura dell’ultimo secolo rappresentando sogni, eventi storici e cambiamenti della nostra società, spesso immortalati sul grande schermo. Come raccontato in un ampio reportage curato dalla società di noleggio Leaseplan Italia (www.leaseplan.com), il cinema è il mezzo di comunicazione che ha contribuito maggiormente a rendere celebri numerosi veicoli, entrati a far parte dell’immaginario collettivo come veri e propri simboli della cultura pop.
Dai film di corse automobilistiche alle macchine utilizzate dalle serie TV, le quattro ruote più famose del mondo devono spesso la loro celebrità alle pellicole hollywoodiane. Non solo bolidi futuristici ipertecnologici, ma anche vetture classiche, cabriolet e auto d’epoca. Protagoniste, spalle o semplici comparse, grazie alla forte personalità e a peculiarità uniche, le “attrici” a quattro ruote sono spesso riuscite a caratterizzare un personaggio, rendendolo iconico. Un esempio? James Bond non sarebbe stato altrettanto carismatico senza la fidata Aston Martin DB5. E ancora, Fantozzi non sarebbe apparso tanto tragicomico senza le linee da cartone animato della piccola Autobianchi Bianchina Berlina 4 posti.
Ed è proprio dai modelli di produzione italiana che iniziamo questo viaggio attraverso le immagini di film diventati di culto, anche grazie alle inconfondibili forme di un’automobile, esclusiva o popolare che fosse.
Alfa Romeo Giulia – Polizieschi all’italiana
Una delle auto più performanti e prestigiose del Biscione. Prodotta dal 1962 al 1977, sotto il cofano poteva contare su un motore 4 cilindri di 1.570 cc che erogava 92 cv, cui conseguivano una velocità massima di 177 km/h e uno 0-100 km/h in 13,7 secondi. Stabile, veloce e precisa, venne inizialmente realizzata in versione TI (Turismo Internazionale), presto affiancata dalla TI Super, destinata alle competizioni.
Alfa Romeo Spider (Duetto) – “Il laureato”
Prodotta dal 1966, l’Alfa Romeo Spider deve la denominazione “Duetto” a un concorso promozionale. Un nome che la Casa di Arese fu costretta ad abbandonare – almeno in via ufficiale – in quanto esclusiva di un’azienda produttrice di merendine, ma che si affermò nell’uso comune. Disegnata da Pininfarina e ispirata alla forma di un osso di seppia, spiccava per la linea bassa e la coda che evocava la poppa delle imbarcazioni.
Autobianchi Bianchina – “Fantozzi”
Prodotta dal 1957 al 1969, la Bianchina era stata concepita come la versione “lussuosa” della 500. In configurazione Berlina 4 posti divenne la celebre auto del ragionier Ugo Fantozzi e venne soprannominata “il televisore” a causa del lunotto pressoché verticale. Era mossa da un bicilindrico a collocazione posteriore di 479 cc – successivamente 499,5 cc – raffreddato ad aria e forte di 21 cv.
Ferrari 308 GTS: Magnum PI
La Ferrari 308 “Gran Turismo Scoperta” è l’auto della serie tv degli anni ’80 “Magnum PI”. Durante le riprese furono usati diversi esemplari, poi venduti all’asta alla fine delle riprese.
Isotta Fraschini Tipo 8A – “Il viale del tramonto”
Diversamente dalle rivali d’oltreoceano, votate a motori dall’architettura a V, la Isotta Fraschini Tipo 8A era dotata di un 8 cilindri in linea dalla cubatura monstre, 7,4 litri, caratterizzato da pistoni in alluminio e dalla moderna distribuzione a singolo albero a camme in testa e 2 valvole per cilindro, così da erogare 135 cv, per un velocità massima di 145 km/h.
Lancia Aurelia B24S – “Il sorpasso”
La lista si conclude con la Lancia Aurelia B24, la mitica spider guidata da Vittorio Gasmann nel film “Il sorpasso” del ‘62. Se a fine anni ’50 questa vettura rappresentò il prototipo di eleganza e raffinatezza, ben presto, anche grazie al film, si trasformò nell’ideale dell’automobile aggressiva, prepotente, truccata nel motore e negli allestimenti. Di recente è stata venduta all’asta per quasi 1 milione di euro, segno del grande valore affettivo e simbolico che le auto da film continuano a rappresentare ancora oggi.
FONTE RIVISTA: Sbiellauto SEZIONE: “CIAK… SI CORRE” PAGG: 28-29