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A SCUOLA DI … 2° puntata: I carburatori questi sconosciuti.

Continuando questo viaggio nei carburatori con la speranza di poter in parte colmare l’ignoranza cronica che colpisce tanti internauti facebookkiani frequentatori di gruppi che trattano argomenti inerenti i carburatori e tanti meccanici i quali non sanno distinguere un diffusore da un getto freno aria e poi parlano di voler fare una carburazione.
Vediamo quindi la nomenclatura di un carburatore monocorpo per poi tornare al doppio corpo già trattato precedentemente.
Cominciamo con un classico dei carburatori il 30IBA.

Nei carburatori citati, a monte della farfalla

è posto un diffusore (un restringimento del corpo) che ha lo scopo di generare una forte depressione in corrispondenza del getto del carburatore.

Il diffusore è profilato a tubo venturi perché con tale profilo garantisce minime perdite di carico quindi ci sarà massima velocità dell’aria nella sezione minima (diametro del diffusore) detto questo in quasi tutti i carburatori viene posto internamente al diffusore principale un secondo diffusore chiamato “centratore di miscela”

ed è posto in modo tale che la sua sezione di uscita corrisponde alla sezione minima del diffusore principale.

Si ottiene cosi una maggiore depressione per cui una migliore polverizzazione del carburante in ogni condizione di funzionamento.
Questi carburatori weber si dicono a freno d’aria o ad aria antagonista.
Il principio dei carburatori Weber ad aria antagonista recita: “il getto benzina è situato nella parte inferiore dell’emulsionatore ed è tarato per i bassi regimi ed ha la tendenza ad arricchirsi agli alti regimi ma in ciò è contrastata da una corrente d’aria trasversale al tubetto che ostacola l’uscita della benzina dal tubetto stesso; si ottiene così un complesso costituito da un pozzetto (ricavato nella fusione del corpo carburatore) e un tubetto emulsionatore che presenta una serie di fori radiali e un cappelletto con un foro calibrato nel centro detto getto freno aria che fa tenuta sul bordo superiore dell’emulsionatore”.

La benzina sale lungo l’emulsionatore per il principio dei vasi comunicanti e per la presenza dei fori radiali riempie anche il pozzetto. Finché la depressione è bassa l’emulsionatore ha un minimo di funzionamento, ma aumentando la depressione, il livello della benzina nel tubetto e nel pozzetto emulsionatore tende ad abbassarsi scoprendo i vari fori radiali. Poiché contemporaneamente si ha un aumento della velocità dell’aria nel diffusore, una parte di essa, entrando nel getto freno aria e salendo nell’interspazio tra getto freno aria e pozzetto, viene a tagliare il getto di benzina, riducendone quindi percentualmente la portata. Più forte è il richiamo della benzina, più numerosi saranno i fori dell’emulsionatore lasciati liberi e contemporaneamente più sentita sarà l’azione frenante dell’aria.

IL FUNZIONAMENTO AL MINIMO.


Quando il motore gira al minimo è la farfalla quasi totalmente chiusa e quindi solo il condotto a valle della farfalla è soggetto a forte depressione che può essere sfruttata per richiamare il carburante necessario attraverso uno spruzzatore detto getto del minimo.
Man mano che la farfalla si apre la depressione sul getto diminuisce fino a non essere più sufficiente a provocare l’erogazione di benzina, contemporaneamente, mentre si apre la farfalla, aumenta la depressione nel diffusore ed il getto principale entra gradatamente in funzione.
Il getto del minimo comprende quasi sempre una presa di aria e un canale con vite di registrazione (vite regolazione miscela) per poter regolare il rapporto aria benzina (CO).


POMPA DI RIPRESA


Quando per un’accelerata improvvisa la farfalla si apre bruscamente, si ha un rapido aumento della portata d’aria non accompagnato da un rapido aumento della portata di benzina a causa della sua maggiore inerzia.


In questa condizione il motore fa un buco e si rimedia a questo vuoto di carburazione mediante i fori di progressione disposti vicino al foro di passaggio benzina del minimo e delle pompe di ripresa collegate al comando dell’acceleratore e capaci di inviare un getto di benzina supplementare attraverso un getto specifico detto “iniettore pompa ripresa”.

Le pompe ripresa possono essere a membrana o a stantuffo.

Buone carburazioni!