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Il Rally nel Rally

Dalla notte dei tempi a, credo, fine degli anni 90 quando si svolgeva un Rally di qualunque importanza e campionato se ne svolgevano in realtà due.

Uno ufficiale con tanto di classifica, premi e notorietà e un altro che passava totalmente in sordina, quello delle assistenze.

Niente premi, niente classifica ma soprattutto se non fosse stato organizzato bene, il primo cioè quello ufficiale, sarebbe stato un incubo per coloro che vi partecipavano.

Il Rally delle assistenze era di vitale importanza dato che, sì, esistevano i parchi assistenza con tanto di CO in entrata e uscita, ma ce n’era uno al giorno e quindi durante i trasferimenti era permesso fare assistenza lungo il percorso alle vetture in gara.

Fu così che furgoni sovracaricati, vetture famigliari o semplici berline di amici, parenti, meccanici e appassionati sostavano per ore ai bordi dei trasferimenti per rifornire o riparare la loro vettura in gara.

Si arrivò, come al solito nel motorsport, all’eccesso a tal punto che credo nel 89 o giù di lì, la squadra ufficiale Lancia si inventò un cambio gomme in prova speciale. 

Si avete capito bene, 20/30 secondi per cambiare 4 gomme probabilmente da neve ad asfalto o viceversa erano colmati dalle prestazioni che con le nuove scarpe si sarebbero ottenute.

Per la cronaca questa pratica venne poi vietata visto che avrebbe scatenato dei veri e propri pit stop in prova speciale e relativi costi. 

Ma ancora una volta gli italiani si inventarono qualcosa di geniale!

Ma torniamo a noi e alle nostre care assistenze, vecchio stile.

Si preparava, settimane prima, il piano assistenza che prevedeva una serie di veicoli di supporto che dovevano essere posizionati strategicamente onde poter essere il più volte possibile presenti lungo il percorso.

Era un lavoro di fino perché, magari, spostandosi di alcuni km si riusciva a “beccare” la vettura da gara più volte con un solo veicolo di assistenza, ad esempio, se il percorso faceva un anello.

Chi se lo poteva permettere aveva le cosiddette assistenze veloci. 

Vetture e non furgoni, allestite con l’inverosimile per addirittura seguire la vettura da gara durante tutto il trasferimento.

Famose le Lancia Beta HPE che seguivano le Stratos viaggiavano su strada aperta come assassine.

Ne ho fatti tanti di piani di assistenza all’epoca e poco a poco mi ero dato delle regole che vi elenco:

  • Tassativo un punto di assistenza dopo la prima prova speciale – se la vettura da gara ha delle grane queste saltano fuori, di prassi, dopo la prima speciale.
  • La benzina va nelle taniche metalliche l’acqua in quelle di plastica – famoso l’episodio della squadra Fiat che fece perdere un rally di campionato ad un famoso pilota su 124 spider per aver invertito acqua con benzina.
  • Nastro adesivo americano (quello tosto per intenderci) fil di ferro, fascette, aria compressa, cinghie, olio e gomme pronte; tutto deve essere a portata di mano.
  • Coca Cola si avete capito bene… serve da versare sulla frizione qualora slittasse. Dura poco ma magari per fare l’ultimo trasferimento…
  • Tabella tempi del rally per capire a che ora arriva la ns vettura.
  • Generatore di energia elettrica che illumina la zona di assistenza

Mi capitò spesso però, di fare una ricognizione pre-gara per l’assistenza per capire dove installarsi il giorno o la notte della gara. Ricordo che ad un Rally di Limone Piemonte indentificammo uno spiazzo privato. Ci costò 10.000 Lire (5€uro) che il proprietario ci chiese per il posto e una presa elettrica. 

Fare assistenza all’epoca era un modo per avvicinarsi alla specialità e capire i meccanismi e le tempistiche. 

Il passo successivo era fare poi il naviga a uno squattrinato pilota e da lì poi si iniziava la carriera.

Succedeva di tutto però nelle lunghe ore di attesa; facevi amicizia con altre assistenze, dormivi sulle gomme, facevi delle mitiche grigliate, c’era anche chi si appartava….con la fidanzata. 

Poi all’ora X arrivava la nostra vettura. 

PANICO… 

Prima cosa da fare urlare al naviga “TEMPO?” il che significava quanto tempo abbiamo affinché tu, equipaggio, possa arrivare al prossimo CO senza tirare troppo nel trasferimento che come oggi era aperto al traffico. 

Rifornimento, pulizia parabrezza, controllo serraggio ruote con chiave dinamometrica e controllo chiusura dei ganci del cofano motore. Quanti in prova speciale hanno avuto il cofano motore che si apre!! 

Tutto fatto rapidamente ma con concentrazione.

Ah! dimenticavo bottiglia di Polase per le gare con temperature atmosferiche alte.

Con il CB (per i giovani la radiotrasmittente) con cui comunicavamo con la vettura da gara sapevamo già cosa c’era da fare ancor prima che la vettura arrivasse.  E quindi tutto era già pronto.

Il rumore dei generatori, le luci accecanti dei fari delle altre vetture da gara che passavano, tu che aspettavi in mezzo alla strada la tua vettura da assistere, il pubblico che aveva la possibilità di toccare, parlare con i piloti del mondiale, il freddo becco. 

Tutte cose che mi danno i brividi di nostalgia dei tempi che furono.

1 anno fa circa ho tentato di entrare in un parco assistenza di un rally storico. “Se non hai il pass non entri” mi ha minacciato un ragazzino che diceva essere un commissario.

Già il pass…. ci vuole un pass per la passione? 

Tenetevi il vostro pass io mi tengo la mia passione… stupidi burocrati!