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Un’icona dell’automobilismo mondiale: Ferrari 250 GTO, 60 anni ben portati!

Era il 1962, e mentre il mondo impazziva con la musica dei Beatles ed il loro ultimo brano “Love Me Do”, rimaneva ammirato dal film “Lawrence d’Arabia” interpretato dal grande Peter O’Toole e gli italiani leggevano il capolavoro di Giorgio Bassani “Il giardino dei Finzi-Contini” ed esultavano per la vittoria del Milan che si aggiudicava lo scudetto in serie A, a Maranello nasceva la Ferrari GTO, che su una carrozzeria disegnata da Scaglietti montava il famoso motore a 12 cilindri di 3000 di cilindrata che erogava un potenza di ben 300 Cavalli/Vapore.

La sigla GTO sta per “Gran Turismo Omologata” e negli anni di produzione che vanno dal 1962 al 1964, ne sono state costruite 39, di cui 36 con il motore tre litri ed appena 3 con il motore quattro litri.

Di queste ultime venne mantenuta la denominazione 250, mentre avrebbero dovuto assumere la denominazione 330, in quanto in quel periodo in Ferrari era in uso denominare i modelli in base alla cilindrata unitaria dei cilindri, dove 250 per 12 cilindri dava una cilindrata di 3000 cc. e 330 dava un corrispondente di 4000 cc.

La stranezza della sigla è avvalorata dal fatto che per poter essere omologata dalla FIA – Federazione Internazionale Automobilistica – occorreva che venissero costruite almeno 100 unità di quel tipo di auto!

Le quotazioni della 250 GTO sono vertiginose, nel 2018 un esemplare è stato venduto ad un’asta di Sotheby’s per poco più di 48 milioni di dollari, diventando l’auto più costosa di sempre venduta all’asta, ma comunque tale primato è insidiato da un altro esemplare che verrà presto posto all’incanto con una quotazione di ben 66 milioni di dollari.

Chi, come lo scrivente ha avuto la fortuna di possedere a lungo una Ferrari a 12 cilindri, nella fattispecie una 330 GT già appartenuta ad Enzo Ferrari come auto personale, ne ha apprezzato la funzionalità e le prestazioni, tanto che il compianto Clay Regazzoni un giorno ebbe a chiedermi “Come ti trovi con questa Ferrari?” Gli risposi “Benissimo, è un’auto che non si guida con il volante, ma con il sedere, devi sentirla tua!” E lui “Allora hai capito tutto!” Dopo la 250 GTO, che secondo i dettami di Enzo Ferrari «I buoi devono stare davanti il carro!» quindi motore anteriore e trazione posteriore, si passò ad un lungo periodo che vedeva i modelli del “Cavallino” con motore posteriore-centrale al fine di migliorarne assetto e prestazioni.

Diversi i piloti siciliani che hanno corso con la Ferrari 250 GTO, tra questi: il Principe Gaetano Starrabba di Giardinelli, Nino Todaro, Vito Coco, Salvatore Calascibetta, Ferdinando Latteri, Ignazio Capuano e Clemente Ravetto.

Giuseppe Giaconia di Migaido